Seduto nell'erba bagnata e incolta con la schiena appoggiata ad un pioppo, sono le due di notte, e non dovrei essere in un cimitero sconsacrato in abito fresco lana blu, cravatta allentata e scarpe infangate. Non dovrei per tanti motivi, ma soprattutto perché le scarpe sporche di fango mi deprimono. Sicuramente esistono ragioni e giustificazioni più intelligenti e razionali, ma al momento mi sfuggono. Però, questo cimitero mi piace…perché non ci sono i morti. Non c'è più nemmeno il ricordo di loro, dei loro nomi. Cancellati dalle lapidi spezzate e consumate, appena più chiare dove una volta c'erano inco